martedì 29 gennaio 2013

Nascita di Venere - Sandro Botticelli


Lo scrittore latino Ovidio racconta che Venere, dea romana dell'amore, nacque direttamente dalla schiuma dell'oceano davanti alle coste dell'isola di Cipro. A questo mito si ispira uno dei capolavori della storia dell'arte: la "Nascita di Venere".
L'opera è un dipinto a tempera di tela di circa 172 x 278 centimetri e viene realizzata tra il 1483 e il 1485 da Sandro Botticelli, uno degli artisti più rappresentativi del Rinascimento.
Fu il banchiere Lorenzo di Pierfrancesco, un esponente della famiglia de' Medici di Firenze, che commissiona a Botticelli la "Nascita di Venere".
Il dipinto esprimeva in modo inconsapevole l'essenza del Rinascimento per la bellezza sublime e idealizzata.
All'interno del quadro, sulla destra di Venere c'è Zefiro, il vento fecondatore e simbolo dell'amore carnale. Non a caso abbraccia una figura femminile che forse è sua moglie Clori, o forse un'altro vento, la Bora. Alla sinistra di Venere c'è una delle Ore, le ninfe che accompagnano la dea. Questa copre la nudità di Venere con un mantello e diventa quindi un simbolo di purezza dello spirito.
Zefiro e la ninfa sono i lati di un triangolo che la figura di Venere divide a metà, così la dea forma un tramite tra l'amore terreno e spirituale.
E' la bellezza fisica che alimenta l'elevazione dell'anima: una sintesi del pensiero rinascimentale.
Ma le implicazioni filosofiche si mescolano a elementi biografici: la figura della dea è un ritratto di Simonetta Vespucci, amante di Giuliano de' Medici, cugino del committente.
All'inizio la "Nascita di Venere" viene esposta alle pareti della Villa di Castello, la residenza di campagna della famiglia Medici, dove rimane almeno fino al 1761. Dopo quella data il suo destino è incerto; si sa solo che in seguito viene spostata al museo fiorentino di Palazzo Pitti.
Dal 1815 l'opera può essere ammirata al museo degli Uffizi di Firenze.

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